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sabato 29 novembre 2014

"Nel 1979 ho visto due uomini su Marte". La rivelazione choc di un ex Nasa

"Nel 1979 ho visto due uomini camminare su Marte". La rivelazione arriva da una ex dipendente della Nasa che si fa chiamare Jackie. 
 Ha parlato ad una radio senza svelare la propria identità. Secondo il suo racconto non sarebbe l'unica ad aver visto la scena. Con lei altri colleghi del Lander Viking, la prima navicella ad atterrare su Marte, hanno notati degli esseri umani calpestare la superficie del Pianeta Rosso. Hanno immortalato la scena e inviato i filmati sulla Terra.



 Dalle immagini hanno notato che i due esseri viventi indossavano tute spaziali molto diverse dalle loro, più leggere e meno ingombranti, tanto da permettere una migliore mobilità. Ma poco dopo le prove sparirono improvvisamente e la sala video fu chiusa ermeticamente con del nastro adesivo. Ed è per questo che "Jackie" ha voluto far riemergere il mistero del 1979. Vuole la verità ma la Nasa non ha ancora risposto. E forse non lo farà mai. 

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mercoledì 12 novembre 2014

Il canto della cometa registrato dalla sonda Rosetta: "Via libera all'atterraggio"

Primo “sbarco” su una cometa. Dopo il countdown, la sonda Philae della missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea è pronta ad atterrare sulla superficie di una cometa, la 67P/Churyumov–Gerasimenko. 
Per la prima volta nella storia. Alla vigilia dell’evento, i tecnici tranquillizzano sulle “condizioni” della sonda madre e del robottino che sarà protagonista dello sbarco. «La sonda funziona molto bene e tutte le operazioni di volo si svolgono come previsto», ha assicurato Andrea Accomazzo, direttore del volo della missione Rosetta presso l’Esoc. Ma «la separazione di Philae deve avvenire al momento giusto e nella giusta posizione nello spazio, con precisione millimetrica per quel che concerne altitudine e velocità». 



Intanto, la cometa “canta”: il suono è stato registrato nello spazio dagli strumenti Rpc a bordo della sonda. A produrre la “canzone”, a frequenze non udibili dall’orecchio umano, sono le oscillazioni del campo magnetico nell’ambiente. 



«Un fenomeno completamente nuovo», per il responsabile scientifico dello strumento Karl Heinz, che fa ben sperare per future scoperte. «Fate il tifo per noi», ha detto scherzando il project manager della missione, il piemontese Bruno Gardini.  Il lander, infatti, raccoglierà campioni per spiegare i misteri della nascita dell’universo. E lo farà con firma italiana: la maggior parte delle tecnologie e della strumentazione della sonda porta le firme di Thales Alenia Space di Torino e Selex Galileo di Milano. E italiana è la trivella. «Prenderà campioni del nucleo dove ci sono molti composti chimici e molecole organiche a livello di aminoacidi - ha spiegato Gardini - in pratica, il nucleo della vita. Ci arriveranno una miriade di dati che ci faranno meglio comprendere il sistema solare». La separazione è fissata per le 9.35 italiane, dopo circa sette ore, avverrà lo sbarco. Un altro «grande passo per l’umanità».
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domenica 24 febbraio 2013

"LA LUNA CONTENEVA ACQUA": SFATATA LA TEORIA SULL'ORIGINE


Quando la Luna era ancora giovanissima il suo interno conteneva acqua. È quanto emerge dall'analisi delle rocce lunari portate a Terra dalle missioni Apollo e pubblicata sulla rivista Nature Geoscience. Le conclusioni, che si devono al gruppo dell'università francese di Notre Dame coordinato da Hejiu Hui, contraddicono la storia della Luna tracciata subito dopo le missioni Apollo. Su questa base si è ritenuto finora che l'acqua presente nelle rocce lunari fosse arrivata dall'esterno, ad esempio portata sulla Luna da impatti di meteoriti o comete, o ancora dal vento solare. La presenza dell'acqua, inoltre, è stata sempre considerata successiva al periodo in cui la crosta rocciosa lunare si era solidificata. I ricercatori hanno visto però che le cose non devono essere andate in questo modo. Hanno scoperto infatti che i grani di minerali delle rocce lunari contengono quantità di acqua piccolissime, ma comunque misurabili, e che l'acqua era presente nelle zone più interne del satellite anche nel periodo in cui lo strato roccioso più esterno era fuso, prima quindi che si solidificasse. Quello che emerge è uno scenario difficile da conciliare con la teoria attualmente più accreditata sull'origine della Luna, generata da un gigantesco impatto fra la Terra ancora in formazione e un altro corpo celeste delle dimensioni simili a quelle di Marte.

Perché la Terra si comporta come una calamita?

La Terra agisce come una grande calamita in grado di influenzare l'ago magnetico della bussola, orientandolo in direzione del meridiano magnetico su cui ci troviamo, con la punta scura dell'ago rivolta verso nord e quella chiara verso sud.



Il campo magnetico terrestre o campo geomagnetico si comporta come se al centro della Terra vi fosse una sbarra calamitata, leggermente inclinata rispetto all'asse di rotazione. Infatti i poli magnetici non coincidono con quelli geografici: chi usa la bussola deve tenerne conto se vuole orientarsi con precisione. Per farlo, deve conoscere la declinazione magnetica, in altre parole l'angolo che l'ago forma con il meridiano geografico.
I poli magnetici non sono punti geometrici ma zone che, lentamente, si spostano, mutano estensione e localizzazione. Attualmente il Polo Nord è a 72° 48' latitudine Nord e 95° longitudine Est; il Polo Sud a 68° 12' latitudine Sud e 156° longitudine Est. E' stato calcolato che i due poli magnetici invertano la loro posizione periodicamente, circa due volte ogni milione di anni.
L'origine del campo magnetico terrestre è da ricercarsi nella parte esterna fluida del nucleo. La parte interna solida è ricca di ferro e nichel, che sono minerali ferromagnetici, ma si trova a una temperatura elevatissima alla quale anche il ferro e il nichel cessano di essere magnetici. Perciò si pensa che il campo magnetico terrestre sia generato da correnti elettriche che circolano nel nucleo liquido.
Il campo magnetico terrestre si estende nello spazio in una regione detta magnetosfera. Questa protegge il nostro pianeta dall'azione diretta del vento solare, il flusso di particelle provenienti dal Sole. Le ampie curve delle linee di forza magnetica avvolgono la Terra con l'esclusione delle zone polari, dove giungono perpendicolari alla superficie. Così si verifica il fenomeno delle aurore polari, generato dall'interazione fra il campo magnetico e il vento solare.
La velocità del vento solare modella il campo magnetico dalla parte opposta rispetto al Sole a formare una coda magnetica lunga 385.000 km, simile a quella di una cometa.

Spostamento dell'asse terrestre

Se la Terra fosse una sfera perfetta non potrebbe mantenere la rotazione attorno ad un asse, sarebbe come una palla: sempre pronta a variare l’asse di rotazione. Per nostra fortuna la Terra è leggermente schiacciata ai poli, e questo la rende simile ad un giroscopio che ruota attorno ad un asse fisso. Tutta questa stabilità sarebbe molto bella e tranquillizzante ma la differenza tra il diametro della Terra ai poli e il diametro della Terra all’equatore è di soli 44 chilometri (12.712 chilometri il minore e 12.756 il maggiore), una differenza minima che rende la Terra un giroscopio altamente instabile. Avete presente una bicicletta? Considerate una bicicletta ferma, appoggiata nella sua posizione nomale e lasciatela libera: cadrà senz’altro. Considerate ora la stessa bicicletta con una persona sopra che pedala: incredibilmente la bicicletta sta dritta, verticale. 



 
Cosa è cambiato?
Apparentemente nulla se non che nel secondo caso le ruote sono in movimento. Le ruote della bicicletta sono dei corpi in movimento attorno ad un asse e sono quindi parificabili ad un giroscopio. Togliete una ruota alla bicicletta, l’anteriore è più semplice, e tenetela con entrambe le mani per il mozzo (l’asse centrale in cui confluiscono i raggi), ora provate a inclinare la ruota spostando una mano più in alto dell’altra e vedrete che non avrete problemi a compiere l’operazione. Sempre tenendo la ruota per il mozzo fatela girare e riprovate ad inclinarla come avete fatto prima: sarà molto più duro se non impossibile. Per la legge fisica detta dei giroscopi più la ruota è grande, ovvero più la massa è distante dall’asse, e più velocemente gira, più la ruota, o il giroscopio che dir si voglia, sarà stabile nel suo movimento. In altre parole una bicicletta con le ruote piccole, come quella di un bambino, sarà più soggetta a cadere della bicicletta con ruote grandi di un adulto.
Applicando il principio della ruota da bicicletta al nostro pianeta si deduce che la Terra è un giroscopio molto instabile a cui basta una piccola forza esterna per essere turbato e cambiare asse di rotazione provocando catastrofi enormi.
Quando un giroscopio viene colpito da un corpo che lo induce a modificare il proprio asse di rotazione reagisce con un caratteristico movimento a cono del suo asse detto movimento precessorio, o precessione. Tale movimento tende a riportare l’asse nella posizione primitiva.
Flavio Barbiero, ammiraglio ed esperto di giroscopi per la Nato (i giroscopi sono usati per pilotare i siluri) ha calcolato che basta l’impatto di un corpo astrale con un diametro dai cinquecento ai settecento metri per spostare l’asse terrestre di circa venti gradi. Se la Terra fosse una massa rigida il movimento precessorio dell’asse la riporterebbe nella sua posizione iniziale.
Vi sarebbero distruzioni ma l’asse di rotazione resterebbe immutato.
Il nostro pianeta invece è costituito da una sottilissima crosta dura all’esterno (circa 15 – 20 chilometri di spessore), e un’enorme massa fluida all’interno. Questa specie di marmellata calda una volta variata la posizione dell’asse tende a mantenere il nuovo asse di rotazione verificatosi neutralizzando l’effetto di ritorno alla posizione precedente del giroscopio.
Nel caso di un impatto con un asteroide delle dimensioni riportate, o maggiori, oltre all’effetto distruttivo dell’impatto stesso, si verificherebbe quindi anche uno spostamento dell’asse terrestre.
A causa dello spostamento si avrebbe subito la rottura in più punti della crosta terrestre. La marmellata bollente tenderebbe ad uscire dalle fessura della sottilissima crosta fredda provocando terremoti ed eruzioni. Se a questo aggiungiamo la formazione di enormi onde in grado di spazzare le terre emerse il quadro è certamente apocalittico. La meteorologia sarebbe immediatamente stravolta e si potrebbero verificare piogge di mesi e inaridimenti di zone un tempo fertili.

Ogni anno cadono sulla terra circa 12.000 corpi celesti del diametro massimo di circa un metro, ma attorno alla Terra ruotano migliaia di corpi con orbita instabile di cui alcuni di oltre 2.000 metri di diametro. Che la Terra sia un bersaglio è fuori discussione, che lo sia stato in passato, pure, le centinaia di crateri da impatto presenti sulla sua superficie lo dimostrano. Parecchi testi antichi ci raccontano di grandi catastrofi successe nel passato: il diluvio biblico, l’epopea di Gilgamesh, la distruzione di Atlantide non sono che le più famose. In tutti questi testi si parla di onde enormi che sommergono la terra abitata, di enormi variazioni del clima; possibile che in tante parti differenti e lontane tra loro si parli delle stesse cose, quasi con le stesse parole, e tutto ciò sia solo frutto della fantasia di qualche autore? Non è possibile che questi testi ci raccontino fatti realmente avvenuti che cambiarono il corso della storia della Terra e dell’uomo?
La Terra ruota attorno ad un asse inclinato di circa ventitre gradi e mezzo rispetto al piano di rivoluzione attorno al sole, il piano dell’eclittica. L’asse di rotazione, oltre ad essere inclinato, ruota con un movimento conico, il movimento precessorio, proprio come farebbe l’asse di un giroscopio dopo che qualcosa l’ha fatto deviare dal suo asse primitivo. A causa dell’inclinazione sul piano dell’eclittica abbiamo le stagioni, la differente durata del giorno e della notte, i sei mesi di luce e di buio oltre i circoli polari.
Tutte le antiche culture ci parlano di un tempo in cui sulla Terra c’era l’eterna primavera. Come avrebbe dovuto essere la Terra per avere l’eterna primavera? Semplicemente con l’asse perpendicolare al piano dell’eclittica. In queste condizioni non sarebbe esistita la possibilità di avere un’illuminazione differente, e quindi un riscaldamento differente, nelle varie zone della Terra e la meteorologia sarebbe stata molto più semplice e stabile.
Lo scioglimento dei ghiacci che fino a dodicimila anni fa coprivano il Canada ha provocato quell’enorme accumulo di laghi e fiumi che lo caratterizza. C’è solo un’altra zona della Terra dove esistono le stesse condizioni idrogeologiche da scioglimento dei ghiacci: le piccole isole di Macquarie e Heard, esattamente agli antipodi del Canada! L’unica spiegazione che io ho trovato a ciò è che dodicimila anni fa l’asse terrestre non fosse nella sua posizione attuale ma spostato di circa ventitre gradi (stesso valore dell’inclinazione sul piano dell’eclittica) in modo da passare sulla Groenlandia e sul Grande Antartide. In queste condizioni tutta la Siberia sarebbe stata libera dai ghiacci e con un clima temperato tale da permettere la vita ad uomini ed animali.

Il mammuth è l’animale preistorico estinto di cui abbiamo la miglior conoscenza semplicemente perché da tre secoli ne troviamo a decine completamente congelati, morti di colpo con ancora l’erba tra i denti. Alcuni li troviamo soli, altri li troviamo ammassati e incastrati tra i rami e i tronchi di alberi strappati dal suolo come se una mano enorme avesse fatto delle palle di animali e piante.
Solo un grosso cataclisma come lo spostamento dell’asse terrestre può aver provocato ciò.
Se consideriamo le carte dell’ultima glaciazione, casualmente terminata anche lei dodicimila anni fa, vediamo che quella che noi consideriamo come una glaciazione in effetti non fu altro che una situazione climatica differente dall’attuale con la Siberia scoperta dai ghiacci e la crosta del gelo che copriva le isole britanniche ad eccezione del sud dell’Inghilterra. Stranamente la stessa situazione dei ghiacci si trova anche in parecchie carte medioevali disegnate con una precisione difficilmente imputabile ai cartografi dell’epoca

Le dimensioni della Terra


La Terra è il quinto pianeta del sistema solare per dimensioni. Ha la forma di un geoide, una sfera leggermente schiacciata ai poli. Il diametro, in corrispondenza dell'equatore, misura 12.756,8 km; in corrispondenza dei poli è di 12.712 km circa. La superficie terrestre misura circa 510.101.000 km2, di questi, circa il 71% è occupato da mari e oceani. Il volume della Terra è di 1.083 miliardi di chilometri cubi, la sua massa si aggira sui 5.977 miliardi di tonnellate.
Dividendo la massa per il volume si ottiene la densità media del nostro pianeta, che risulta essere circa 5,5 volte quella dell'acqua distillata a 4 gradi centigradi. Ciò significa che se la Terra fosse interamente costituita da un unico materiale omogeneo, un centimetro cubo peserebbe 5,5 grammi.

Forma della Terra secondo i popoli antichi?

Fin dall'alba della civiltà venivano narrate le storie più strabilianti sull'origine e sulla forma della Terra.
Gli antichi pensavano che l'estensione della Terra si limitasse a poco più della porzione di territorio che avevano esplorato. Per quanto riguarda la forma, istintivamente la credevano piatta, come una moneta. Qualcuno raccontava di aver navigato fino al bordo della moneta, il confine del mondo.
Gli Egizi si erano resi conto che gli oceani erano vastissimi e per questo elaborarono miti secondo i quali la Terra era in qualche modo emersa da un grande oceano primordiale. Secondo alcune cosmogonie orientali la Terra era il guscio di una immensa testuggine che emergeva dall'oceano.
In India e in Cina si credeva che tutto fosse nato da un grande Uovo Cosmico, in cui il nostro pianeta galleggiava come il tuorlo nell'albume. Presso diverse culture troviamo l'idea che l'universo fosse composto da due emisferi: uno era la volta del cielo, con il Sole e le stelle, l'altro era una grande conca d'acqua su cui fluttuavano le terre. I popoli del Mediterraneo ritenevano che il mondo finisse alle colonne d'Ercole, l'attuale stretto di Gibilterra.





 
 
 
I filosofi greci furono i primi a intuire che la Terra non fosse piatta e nel III secolo a. C., quando l'ipotesi della sfericità era ormai accettata, Eratostene era già in grado di misurare con discreta precisione la lunghezza del meridiano terrestre.
In epoca romana e in epoca cristiana queste teorie vennero dimenticate e la sfericità della Terra venne messa di nuovo in discussione. Persino alcuni fra i marinai che si avventurarono nell'Atlantico con Colombo (1492) temevano di precipitare "oltre il bordo". Soltanto nel Rinascimento, con la prima circumnavigazione del globo da parte di Magellano (1522) si ebbe la definitiva conferma della sfericità del pianeta.